Mission & Vision
Un luogo di produzione della Conoscenza, della Creatività e dell'Innovazione

La mission del Centro di Ricerca per le Relazioni Mediterranee è quella di creare un luogo di produzione della conoscenza, della creatività e dell’innovazione, inserito in una compagine di rete che gli consente l’interazione su due livelli: il più vicino sistema locale e il più ampio contesto internazionale della ricerca e dell’impresa. La struttura e l’attività che contraddistinguono il Centro sono state concepite e realizzate in risposta all’esigenza di favorire la comprensione delle relazioni tra innovazione, commercio internazionale, competitività e crescita economica nell’economia globale, con un focus particolare sull’area del Mediterraneo.

 

L’idea del Centro di Ricerca nasce dal lavoro di ricerca del Prof. Ferrara con la collaborazione del Dott. Roberto Mavilia su “I flussi di conoscenza nell’area del Mediterraneo” pubblicato sull’African Journal of Science, Technology Innovation and Development (Vol. 2 – 2009). Si tratta di uno studio sui Sistemi di Innovazione del Mediterraneo, che ha permesso di evidenziare la situazione dell’intera area in termini di capacità innovativa. Da questa analisi si registra un chiaro ritardo dell’area del Mediterraneo nei confronti delle dinamiche di altre geo-economie.

 

La debolezza dei sistemi di conoscenza coinvolge tanto i Paesi del Mediterraneo meridionale, quanto le regioni europee del Mediterraneo settentrionale. Gli elementi strutturali comuni, che spiegano gran parte di questo ritardo, sono da un lato la frammentazione del tessuto produttivo (costituito in grandissima parte da piccole imprese) e dall’altro la scarsità di drivers innovativi (elementi di stimolo) endogeni ed esogeni nei territori mediterranei. In quest’area, infatti, si rende necessaria l’organizzazione di percorsi di catching up (una sorta di aggancio ai modelli più evoluti), il potenziamento del capitale umano e la diffusione delle capacità di assorbimento, nonché la promozione di capacità di generazione endogena dell’innovazione. È evidente l’asimmetria che esiste nel Mediterraneo tra i Paesi e tra i territori.

 

Nell’area meridionale non emerge ancora una politica nazionale specifica sull’innovazione e ancor meno sulla connessione tra questa e l’internazionalizzazione dei territori. Vi sono embrioni di politiche che si caratterizzano solo a livello nazionale e poco a livello territoriale (si può ricordare a questo proposito il caso tunisino). Nei Paesi europei del Mediterraneo invece, nonostante il lento procedere, la strategia di Lisbona sta attecchendo e il concetto dei sistemi regionali di innovazione rappresenta una dimensione prioritaria della politica per l’innovazione, ancorché non sufficientemente interrelata all’internazionalizzazione. Nei Paesi del Mediterraneo meridionale, ad esempio, il modello dei Sistemi Regionali di Innovazione appare ancora incipiente e superato dalle misure di attrazione degli investimenti diretti esteri, quali canali di afflusso di conoscenze e di potenziale diffusione di innovazioni.

 

La connessione con i potenti drivers dell’innovazione, costituiti dalle multinazionali, appare come un percorso più veloce e sicuro di catching up, rispetto a quello più complesso e costoso dei RIS. L’analisi di policy prevede di affiancare all’attrazione degli IDE (investimenti diretti all’estero) forme di promozione di dinamiche di spill over, in modo da favorire importanti effetti di indotto e di progressivo avanzamento delle imprese locali nelle catene del valore globali. Relativamente simili appaiono le possibili interrelazioni tra le reti lunghe dei distretti italiani e le piccole imprese locali in termini di contaminazione e diffusione di innovazione, ancor più se accompagnate dall’internazionalizzazione di altri drivers come i centri di ricerca e i centri servizi.